Il pomodoro (Lycopersicon lycopersicon)
appartiene alla famiglia delle solanacee
La pianta di pomodoro si adatta a qualsiasi tipo di terreno purché ricco di sostanza organica e ben drenante. È una solanacea, e in quanto tale preferisce un clima temperato-caldo con temperature minime di 8°C. Nelle nostre zone (Sud Italia) abbiamo un clima temperato da Aprile in poi.
Prima del trapianto consigliamo un’abbondante concimazione con concime organico maturo, per ragioni di comodità si può usare un organico in pellet. Durante la coltivazione si può aggiungere del concime minerale apportando azoto, fosforo e potassio, esempio 15-5-35 o 20-20-20, non dimenticando, qualora ci fosse la possibilità di fare una fertirrigazione, di apportare del calcio per evitare il problema del marciume apicale.
Il pomodoro va trapiantato ad una distanza tra le file di circa 1 mt e sulla fila, tra una pianta e l’altra, di 30 cm, cosi da favorire il passaggio per la raccolta a mano. Il trapianto va fatto nelle ore più fresche della giornata, per evitare scottature. Prima di trapiantare è opportuno bagnare il terreno per favorire l’attecchimento ed evitare scompensi idrici in una fase importante della coltivazione; è altrettanto importante decidere le varietà da coltivare distinguendole tra quelle a crescita indeterminata e quelle a crescita determinata.
Varietà a crescita intederminata
Ci troviamo a gestire delle piante il cui apice vegetativo non si ferma, è necessario legare la pianta con dei fili di sostegno o delle canne favorendo la crescita in verticale, superando anche i 2 mt di altezza, in questo caso è necessario fare la scacchiatura, cioè eliminare i getti ascellari.
Varietà a crescita determinata
Ci troviamo a gestire una pianta la cui crescita è prevalentemente in orizzontale, dove ogni getto ascellare produce un grappolo fiorale e successivamente non cresce più, la continuità delle pianta è garantita dalla continua emissione di getti ascellari assumendo il tipico portamento a cespuglio. In quest’ultimo caso non è necessario impalare le piante o legarle ad un filo di sostegno.
Una volta decisa la tipologia della pianta è necessario decidere la tipologia del frutto tra ciliegino, datterino, miniplum, tondo liscio a grappolo grosso da raccogliere a verde, o ancora rosso, costoluto, cuore di bue, san marzano.
La gestione dell’irrigazione è fondamentale per una buona riuscita della coltivazione, se si fa ricorso alla manichetta otteniamo una maggiore razionalizzazione dell’acqua, evitando sprechi, squilibri idrici e insorgenze di malattie fungine. Si consiglia di irrigare nelle ore più fresche, preferibilmente di mattina.
È buona regola agronomica non trapiantare sempre pomodoro nello stesso appezzamento, ma avvicendare la coltivazione di pomodoro ad altre colture di specie diverse, quali fave, piselli, lattughe, fagiolino, broccoli, cipolle, ecc.
Fra le fisiopatiesi ricordiamo:
- Marciume apicale del frutto dovuto a squilibri idrici e carenze di calcio o conducibilità dell’acqua di irrigazione elevata;
- Spaccature dei frutti a seguito a irrigazioni abbondanti dopo un periodo di secco;
- Asfissia radicale per ristagni idrici;
- Scarsa colorazione dei frutti o ustioni delle foglie e frutti per le alte temperature.
Cosa fare in caso di mancata allegagione?
Se si presenta una mancata allegagione superiore al 10-20% allora ci sono problemi che impediscono il suo svolgimento corretto. Di seguito elenchiamo i fattori che riducono la percentuale di fiori allegati.
- Eccessive concimazioni organiche, specialmente quelle azotate. Dopo il primo sviluppo della piantina l’azoto andrebbe molto ridotto privilegiando apporti di fosforo e potassio. L’azoto infatti favorisce l’eccessivo sviluppo del fogliame, a scapito della produzione dei frutti.
- Squilibri idrici, cioè apporti di acqua non equilibrati: periodi di eccessive umidità seguiti da periodi di aridità. L’irrigazione dovrebbe essere uniforme e costante.
- Temperatura non idonea allo sviluppo della pianta: valori inferiori ai 12-13 °C o superiori ai 35 °C bloccano lo sviluppo della pianta con difficoltà di allegagione. Inoltre le forti differenze di temperatura tra il giorno e la notte causano questi problemi. I pomodori andrebbero messi in campo quando la temperatura si è stabilizzata.
- Aria troppo umida o troppo secca: anche questa condizione atmosferica ostacola l’allegagione.
- Assenza di insetti impollinatori. Questa assenza può essere provocata dallo stesso orticoltore, sa fa un uso scorretto degli antiparassitari. In un orto andrebbero sempre privilegiati gli antiparassitari biologici, come i macerati e gli infusi.
- Assenza di vento. Come appare ovvio, il vento svolge una azione importante nello spostamento del polline tra i fiori. Le piante coltivate in assenza di vento (in luoghi troppo riparati o al chiuso nelle serre) soffrono molto della mancanza di vento: peraltro, la sua azione contrasta anche l’umidità e lo sviluppo di malattie fungine. Si può favorire l’impollinazione esercitando manualmente una azione di leggero scuotimento delle piante nelle giornate di sole.
- Coltivazioni monovarietà. E’ sempre consigliabile non coltivare una sola varietà di pomodoro, ma almeno due varietà in modo che le eventuali carenze di una siano integrate dall’altra. Ormai nell’ambito di uno stesso tipo di pomodoro sono disponibili decine di varietà diverse.
I tecnici dello staff Raggio Verde Srl – Pachino
Danilo Barone
Carmelo Stracquadanio