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    Peperoncino: SI

  • Ibrido super dolce, precoce, rustico e molto produttivo. Può essere utilizzato sia per il mercato fresco che per l’industria. Il ciclo di maturazione della pianta è precoce, con media vigoria, elevata rusticità ed altezza che raggiunge i 195 cm. La pannocchia è lunga 20 l’attacco della pannocchia è a 70 cm e le file di cariossidi o ranghi sono in numero di 16-18. 100 giorni dal trapianto alla raccolta.

    Disponibile in: Vaschetta 12×10.

  • Raccolta: 100 gg
  • Esposizione Soleggiata: Si
  • Sulla Fila: 30 cm - Tra le File: 40 cm
  • Peso: 300 gr Peso: 300 gr
  • Tollerante a:

Esistono molte varietà, alcune delle quali particolarmente dolci e zuccherine, ma la Zea mays saccharata è molto vicina alla specie originaria e negli anni non ha subito moltissime modifiche. La coltivazione è possibile solo a temperature superiori a dieci gradi e richiede conoscenze approfondite e molta pazienza. Si tratta di una pianta di provenienza tropicale, originariamente brevidiurna e tipicamente macroterma. Essa necessita di alte temperature nel corso del suo ciclo vitale complessivo: non solo non germina e non cresce con temperature sotto i dieci gradi, ma ha bisogno di almeno dodici gradi per evitare nascita aleatorie o troppo lente. Occorre sapere, d’altra parte, che un abbassamento della temperatura a tre o quattro gradi rischia di risultare fatale, uccidendo la pianta o lasciandola stressata. Per la fioritura, la condizione ideale prevede 26°C, mentre per l’accrescimento è di 22°C. Ciò non toglie, comunque, che possano risultare dannosi anche eccessi termici: in particolare, temperature maggiori di 32°C durante la fioritura, abbinate a un’umidità bassa, possono causare stress idrici e di conseguenza fallanze di cariossidi; il risultato si traduce in una granigione incompleta delle spighe, soprattutto nella zona apicale che ovviamente fiorisce per ultima.

La preparazione del terreno non necessita di particolari accorgimenti, sono sufficienti una buona vangatura o aratura a 30 cm e una lavorazione di affinamento delle zolle per preparare la terra la trapianto. Il mais, come la carota e altre colture, in genere viene seminato, ma si avvantaggia molto del trapianto. Usando giovani piantine con pane di terra infatti, specialmente di grosse dimensioni, si anticipa molto il ciclo colturale, con ottimi risultati di attecchimento. Si consiglia di utilizzare piante alte almeno 15 cm, avendo cura di praticare l’acclimatazione, vale a dire lasciare le piantine all’aperto qualche giorno prima di effettuare il trapianto in modo che si adattino alle condizioni climatiche esterne. Le distanze di trapianto sono di almeno 30 cm sulla fila x 40-50 cm tra le file.

Rincalzatura – Il mais necessita di questa importante operazione in quanto dal primo nodo del fusto, quando la pianta raggiunge i 50-70 cm, cominciano a spuntare delle radici, rivolte verso il basso per cercare di trovare nuovo nutrimento nel suolo e per tentare di dare più stabilità alla pianta in crescita. Bisogna quindi accostare la terra al fusto, fino a coprire le radici in questo punto.

Per quel che riguarda la somministrazione di acqua, il mais cresce meglio nelle regioni che in estate sono contraddistinte da piogge regolari e frequenti: in Italia, corrispondono alle zone del Nord Est, dove addirittura a volte l’irrigazione non è necessaria. Negli ambienti tipici del sud italia invece è necessario garantire un buon supporto alle piante, con irrigazioni abbondanti e frequenti. Si tratta di una pianta in grado di adattarsi senza problemi a terreni di diversi tipi, cresce nei substrati argillosi come in quelli sabbiosi, nelle terre brune, grigie, torbose, rosse, in condizioni alcaline e in condizioni acide. La coltivazione, però, non può prescindere dalla disponibilità di molti elementi nutritivi e da una eccellente aerazione della rizosfera: le insofferenze più evidenti avvengono nei confronti di terreni troppo compatti, quindi molto crepacciabili e asfittici, mal strutturati. La sarchiatura del terreno infatti si rende indispensabile, per smuovere la terra, favorire una buona areazione e impedire fenomeni di asfissia radicale, oltre che per garantire un buon controllo delle infestanti. Durante l’estate, infine, si può procedere alla raccolta, prima che la barba, cioè la vegetazione apicale, acquisisca un colore eccessivamente scuro.

Vale la pena di sottolineare che la coltivazione del mais deve fare i conti con gli attacchi di insetti come piralide, grillotalpa e afidi, che si annidano tra i grani e sulle foglie. Per quanto il mais possa essere considerato una specie molto resistente, inoltre, è soggetto talvolta a malattie provocate dai funghi, quali il carbone, che provoca tumori, e il fusto marcio, che determina la caduta delle spighe. Per evitare questo genere di problemi, si attua un’azione preventiva che consiste nel non collocare i semi eccessivamente in profondità e nel ridurre l’umidità in eccesso del terreno. E’ bene precisare, in conclusione, che per il mais la coltivazione in vaso è decisamente sconsigliata.

Per approfondimenti si rimanda a siti più specifici.

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