Il tema di questo mese della nostra rubrica si occuperà della coltivazione di una pianta il cui frutto ci fa già pregustare un dolce momento di ristoro nelle calde giornate estive: l’Anguria.

Nell’appuntamento precedente abbiamo sottolineato quanto importante è l’utilizzo di plastiche pacciamanti e possiamo tranquillamente affermare che l’anguria è una delle piante  che ne trae maggiori vantaggi.

In genere si utilizzano plastiche almeno 50 cm larghe e con forature varie. La distanza tra le file di manichetta deve essere di almeno 1,5 metri in maniera tale da poter lavorare il terreno con un motozappa nelle fasi in cui la crescita della pianta è limitata allo spazio pacciamato. In seguito la pianta ricoprirà interamente la superficie del terreno impedendo la crescita delle infestanti.

Uno dei dilemmi che preoccupa il coltivatore è il sesto d’impianto. Non c’è una regola ma l’esperienza ci dice che rispettare delle distanze minime è molto importante.

In base alla grandezza del frutto possiamo consigliare di dedicare almeno un metro quadrato alle piante di minianguria e 1,5 metri quadrati per le angurie di grossa pezzatura. Queste distanze vanno aumentate di almeno mezzo metro quadrato se ricorriamo all’utilizzo di piante innestate.

L’epoca di trapianto su pieno campo inizia intorno alla fine di aprile salvo che si ricorra alla copertura con tunnellini di plastica.

La gestione della pianta in termini d’irrigazione e fertilizzazione non è difficile tuttavia è bene capire che dei piccoli accorgimenti ci faranno ottenere ottimi risultati. Per semplicità suddivideremo il ciclo della pianta di anguria in tre fasi.

Accrescimento vegetativo

campo-angurie

E’ la fase che inizia con il nostro trapianto e porta alla fioritura. Le irrigazioni non dovranno eccedere per evitare ristagni e malattie. In questa fase non è necessario apportare un eccesso di azoto ma favorire fosforo, potassio e calcio. Avremo delle piante equilibrate e favoriremo un’ottima radicazione e fioritura. In commercio esistono tantissimi concimi ternari con diversi titoli in azoto, fosforo e potassio. Per questa fase bisogna preferire titoli come 8.24.24, 9.18.27, ecc. Alcuni produttori preferiscono cimare la pianta dopo l’emissione di almeno cinque foglie. La crescita delle ramificazioni del fusto porterà all’emissione di diversi fiori contemporaneamente e di conseguenza una raccolta contemporanea di più frutti per pianta.

Fioritura/Allegagione

fiori-aguria

La pianta di anguria emette prima i fiori maschili e dopo quelli femminili. Questi ultimi li riconosciamo facilmente perché saranno attaccati a delle angurie piccole come noccioline. In questa fase è importante ridurre le irrigazioni e concimazioni per evitare un eccesso di vigoria. Un ruolo importantissimo è svolto dalle vostre inseparabili aiutanti: le api. Infatti, è grazie a loro che avvengono i processi di fecondazione e allegagione del frutto. Nel nostro orto non mancheranno sicuramente ma molti produttori preferiscono comprare delle arnie e sistemarle in mezzo la vegetazione per velocizzare questa fase. Di solito si utilizza un’arnia ogni 1000 metri quadrati.

Ingrossamento del frutto

frutto-anguria

Terminato il lavoro delle instancabili operaie quel frutticino grande quanto una nocciolina inizierà a ingrossare. E’ il momento di aumentare gradualmente le irrigazioni. Accoppiare delle concimazioni che favoriscono l’azoto, potassio e magnesio(tipo 20.5.20., 15.5.30. ecc.) vi faranno apprezzare con quanta velocità cresca questo frutto. Completata la fase d’ingrossamento è bene ridurre nuovamente le irrigazioni.

Curiosità: come capire che il mio frutto è maturo e pronto per la raccolta?

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La lucentezza del frutto è importante poiché la pruina, cioè quella cerosa sostanza opaca sul frutto, nella fase di maturazione si dissolve; perciò un frutto lucido è probabilmente più maturo. Osservando il viticcio o la fogliolina più vicino alla attaccatura del frutto, noteremo che nella fase di maturazione disseccano. Infine il classico colpetto con le nocche sulla buccia. Un suono sordo ci suggerirà di affrettarci alla raccolta. In uno dei prossimi appuntamenti ci occuperemo di nozioni di difesa minima. Come difendere le piante da insetti e funghi che potrebbero pregiudicare i nostri raccolti.

Alla prossima!

I tecnici dello staff Raggio Verde Srl – Pachino
Danilo Barone 
Carmelo Stracquadanio